Paul Carey
si era appena acceso un sigaro cubano, sedendosi sul divano a dondolo sul retro
della sua casa in Vela cove, fissando il lago proprio dinanzi ai suoi occhi.
Sul tavolino alla sua destra un posacenere e un bicchiere di Bourbon.
Quando
ripensava alla sua vita in città, non era affatto pentito della scelta fatta,
ovvero vivere in una località turistica tutto l'anno. Durante l’inverno c'era
una pace assoluta e impagabile e lui aveva sentito il bisogno di vivere fuori
dal caos della città per il resto dei suoi giorni, specialmente ora che era
arrivato alla soglia dei settant'anni. Lui amava New Orleans, ma dopo Katrina
uno strano senso d’inquietudine si era impadronito di lui, per le strade,
rivedeva i numerosi morti del tornado.
Sua moglie
Gabrielle era già andata a letto e Paul riusciva a sentire il rumore della
televisione accesa: stava sicuramente guardando il gioco a premi in seconda
serata, replica della puntata del pomeriggio.
Era
mezzanotte passata e cominciava a fare freddo, Paul indossava solo un paio di
jeans ed una maglia a maniche corte, così decise di bere un sorso del suo
Bourbon per scaldarsi un po'. Continuò ad osservare il lago, quando sentì dei
rumori provenire dal cespuglio di siepi in fondo al cortile; fermò il suo
dondolare e rimase ad osservare con circospezione il cespuglio, quando
nuovamente sentì quel rumore, simile ad un fruscio, seguito questa volta da uno
strascichio simile ad un rumore di passi.
Paul si alzò
in piedi e con la coda dell'occhio vide il rastrello che usava per curare le
piante poggiato sul muro della casa; lo prese e si avvicinò ai cespugli, pronto
a darlo sulla testa a chiunque si fosse permesso di entrare in casa sua.
Brano tratto
da “La cacciatrice”, di Roberta Marongiu.
Nessun commento:
Posta un commento