martedì 15 novembre 2016

Alice

Betty spostò la bottiglia di Whisky dal tavolino dinanzi al divano e la poggiò momentaneamente sul pavimento; si inginocchiò, poggiò la borsa sul divano e sfilò  l'elastico: si trattava di quattro fogli A4 che, messi insieme in un certo ordine, mostravano la rappresentazione di un progetto edile.
Betty fece una smorfia: che si trattasse del progetto della casa sul lago di McAvery? No, non poteva essere. Si trattava di una casa di almeno 80/100 mq e la casa di Vela Cove era al massimo 50/60 mq.
Dopo un attimo d’incertezza, cominciò a studiare attentamente quel progetto: era un prospetto ben strutturato, con cucina, salone, soggiorno, corridoio, camera da letto, bagno ed un piccolo stanzino... Rimase un’ora concentrata su quei fogli, ma non trovò niente che potesse servirle. Intanto cominciò a squillare il cellulare, destandola da tutti quei pensieri.
 “Alice?”
“Betty? Allora sei viva!”.
“Ciao Alice, sì... sto bene...”
“Si può sapere che fine hai fatto? Ero preoccupata... non starai ancora dando la caccia a McAvery?” Domandò Alice con un pizzico di ironia.
“Beh, sto dando una mano alla polizia, diciamo...”
“In che senso? Hai scoperto qualcosa?”
“Non posso parlartene... ci sarà una conferenza stampa a breve e saprai ogni cosa.”
“Non ho tempo di star dietro a fatti di cronaca, tesoro. Però puoi anticiparmi qualcosa...”
“Non posso, Alice! Posso dirti che finalmente la polizia sta focalizzando le indagini su di lui. Dovrei rimanerne fuori, ma ogni giorno che passa scopro elementi sempre più interessanti...”
“Non farmi preoccupare, ok? Chiamami ogni tanto. Altrimenti sarò costretta a ritornare a New Orleans.”
“Perché? Dove ti trovi, scusa?”
Alice scoppiò a ridere e Betty capì che stava morendo dalla voglia di dirle qualcosa.
“Sono a Milano! C'è la settimana della moda e sto facendo un reportage.”
“Wow! Sono felice per te.”
Betty sapeva quanto fosse importante Milano per Alice, era stato un suo sogno sin da quando avevano cominciato a lavorare come giornaliste.
”Senti... inizialmente avevo intenzione di chiederti di venire con me, ma poi qualcosa mi ha fermato: ho pensato che forse ti trovavi dinanzi al caso della tua vita, quello che darà una sterzata alla tua vita professionale! Adesso, però, mi sto preoccupando...”
”Tranquilla, un amico mi guarda le spalle...”
”Ah sì? Beh, questo significa che al mio ritorno avremo qualcosa di cui parlare.”
”Credo proprio di sì...” rispose Betty, ripensando tristemente a Conrad.
”Ora devo andare, tesoro mio. Sta per cominciare una sfilata. A presto!”
“Ciao Alice, ed in bocca al lupo per il reportage!”
Betty osservò il telefonino per un po', cercando di convincersi di telefonare a Conrad. Tuttavia si alzò, entrò in cucina e si preparò un caffè, mentre un tuono faceva presagire lo scoppio di un temporale. Trascorse l’intera mattinata a casa, scrisse qualche riga del suo articolo, telefonò alla madre, pranzò, velocemente, sonnecchiò un'ora sul divano e nel pomeriggio decise di uscire. Per prima cosa si recò al Caffè Gedde: Quando entrò, lui la osservò e un timido sorriso comparve tra le sue labbra.

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