Betty spostò la
bottiglia di Whisky dal tavolino dinanzi al divano e la poggiò momentaneamente
sul pavimento; si inginocchiò, poggiò la borsa sul divano e sfilò l'elastico: si trattava di quattro fogli A4
che, messi insieme in un certo ordine, mostravano la rappresentazione di un
progetto edile.
Betty fece una
smorfia: che si trattasse del progetto della casa sul lago di McAvery? No, non
poteva essere. Si trattava di una casa di almeno 80/100 mq e la casa di Vela
Cove era al massimo 50/60 mq.
Dopo un attimo d’incertezza,
cominciò a studiare attentamente quel progetto: era un prospetto ben strutturato,
con cucina, salone, soggiorno, corridoio, camera da letto, bagno ed un piccolo
stanzino... Rimase un’ora concentrata su quei fogli, ma non trovò niente che
potesse servirle. Intanto cominciò a squillare il cellulare, destandola da
tutti quei pensieri.
“Alice?”
“Betty? Allora sei
viva!”.
“Ciao Alice, sì...
sto bene...”
“Si può sapere che
fine hai fatto? Ero preoccupata... non starai ancora dando la caccia a McAvery?”
Domandò Alice con un pizzico di ironia.
“Beh, sto dando una
mano alla polizia, diciamo...”
“In che senso? Hai
scoperto qualcosa?”
“Non posso
parlartene... ci sarà una conferenza stampa a breve e saprai ogni cosa.”
“Non ho tempo di
star dietro a fatti di cronaca, tesoro. Però puoi anticiparmi qualcosa...”
“Non posso, Alice!
Posso dirti che finalmente la polizia sta focalizzando le indagini su di lui. Dovrei
rimanerne fuori, ma ogni giorno che passa scopro elementi sempre più
interessanti...”
“Non farmi
preoccupare, ok? Chiamami ogni tanto. Altrimenti sarò costretta a ritornare a
New Orleans.”
“Perché? Dove ti
trovi, scusa?”
Alice scoppiò a
ridere e Betty capì che stava morendo dalla voglia di dirle qualcosa.
“Sono a Milano! C'è
la settimana della moda e sto facendo un reportage.”
“Wow! Sono felice
per te.”
Betty sapeva quanto
fosse importante Milano per Alice, era stato un suo sogno sin da quando avevano
cominciato a lavorare come giornaliste.
”Senti...
inizialmente avevo intenzione di chiederti di venire con me, ma poi qualcosa mi
ha fermato: ho pensato che forse ti trovavi dinanzi al caso della tua vita,
quello che darà una sterzata alla tua vita professionale! Adesso, però, mi sto
preoccupando...”
”Tranquilla, un
amico mi guarda le spalle...”
”Ah sì? Beh, questo
significa che al mio ritorno avremo qualcosa di cui parlare.”
”Credo proprio di
sì...” rispose Betty, ripensando tristemente a Conrad.
”Ora devo andare,
tesoro mio. Sta per cominciare una sfilata. A presto!”
“Ciao Alice, ed in
bocca al lupo per il reportage!”
Betty osservò il
telefonino per un po', cercando di convincersi di telefonare a Conrad. Tuttavia
si alzò, entrò in cucina e si preparò un caffè, mentre un tuono faceva
presagire lo scoppio di un temporale. Trascorse l’intera
mattinata a casa, scrisse qualche riga del suo articolo, telefonò alla madre,
pranzò, velocemente, sonnecchiò un'ora sul divano e nel pomeriggio decise di
uscire. Per prima cosa si recò al Caffè Gedde: Quando entrò, lui la osservò e
un timido sorriso comparve tra le sue labbra.
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